Compagnia Nazionale Danza Storica...


Lavinia Cappellini
Se mi chiedessero di raccontare le avventure vissute grazie alla Compagnia Nazionale di Danza Storica, forse non saprei davvero da dove iniziare; tanti gli eventi a cui ho preso parte negli anni e numerose le persone che ho avuto il piacere di conoscere. Eppure, non penso di esagerare nel dire che cinque anni fa ero una persona diversa, in parte perché, si sa, crescendo si matura e in parte perché ogni esperienza un po’ ti arricchisce. Fin da subito, Compagnia ha rappresentato per me un’occasione culturale imperdibile per rivivere un’epoca, quella romantica, che in genere si associa soltanto alle Guerre di Indipendenza o all’Unità di Italia. Ci si dimentica, forse troppo spesso, che ogni secolo, prima che di avvenimenti, è fatto di persone, di tradizioni e di costumi, che i manuali storici non sono sempre così attenti a tratteggiare. La gentilezza, l’eleganza, la raffinatezza sono solo alcuni dei valori che in Compagnia si respirano e che animano tutti gli eventi a cui ho preso parte. La possibilità di tornare indietro nel tempo, di respirare le atmosfere dei romanzi di Jane Austin o di Tolstoj e, soprattutto, il grandissimo desiderio di indossare uno di quei meravigliosi abiti vaporosi mi hanno spinto, anni fa, a diventare allieva di Compagnia. Oggi mi rendo conto che senza questa associazione, probabilmente, sarei una persona diversa. Avrei certamente continuato ad amare l’800 attraverso la lettura dei poeti romantici o grazie alle note dei grandi compositori, ma certamente non avrei mai avuto l’occasione di divenirne in un certo senso protagonista. Leggendo un romanzo d’epoca, mi sarei sicuramente chiesta cosa fosse una crinolina e vedendo danzare la Mazurka del Gattopardo, non avrei potuto esclamare soddisfatta: “La so ballare anche io!”. Ciò che, però, ritengo ancora più importante è che non avrei conosciuto tutte le persone a cui oggi mi sono affezionata; magari, le avrei incontrate ugualmente in fila al supermercato o in un museo, ma sicuramente sarebbero state solo “persone” e non “amici”. Scrivendo queste righe, si affollano i ricordi. Ripenso a tutti i balli a cui ho preso parte, dal Ballo Russo al Gran Ballo a Budapest, dal Gran Ballo del Regno delle due Sicilie a Caserta fino al mio primo Gran Ballo a Roma, che sarà per sempre impossibile dimenticare, per non parlare di quell’anno in cui un ballo si svolse proprio la sera del mio compleanno. Guardando le foto, mi rendo conto che quasi tutti gli abiti che ho indossato me li sono cucita io. Mi viene da ridere pensando che cinque anni fa non sapevo neanche riattaccare un bottone e, invece, adesso mi arrabbio se la stecca del bustino è stata posizionata un millimetro troppo a destra. Ripenso a quella volta in cui mi sono messa a cucire a macchina un bordino di pizzo alle due del mattino, tanto ero da sola in casa e non lo poteva sapere nessuno, vicino escluso. Come dimenticare tutte le notti prima dei balli, insonni o per la troppa emozione o passate ad attaccare maniche e rose! Senza Compagnia non avrei mai disegnato un modellino sul libro di Storia della lingua italiana, perché, si sa, quando ti viene un’illuminazione per un nuovo abito, anche lo studio del raddoppiamento fonosintattico può aspettare! Senza Compagnia le mie scarpe da ballo, consumate dall’uso, sarebbero sì nuove, ma sicuramente senza storia e per me senza valore. Ripenso a tutte le risate durante le lezioni, a tutte le volte che ho disseminato forcine nei saloni perché il mio chignon proprio non ne voleva sapere di non disfarsi, a tutte le volte che ho pensato “adesso vado a sedermi, mi fanno male i piedi” e invece no, perché non volevo perdere neanche una danza. Ripenso a tutte le danze terminate con la fronte perlacea e con il fondotinta colato dopo ogni quadriglia, ma, alla fine, l’importante è divertirsi, no?! Stupendo è il ricordo di quella quarta figura della Carmen completamente inventata, conclusasi con le lacrime agli occhi per le troppe risate. Ripenso all’ansia prima degli spettacoli importanti, a tutte le volte che, appena partita la musica, mi sono chiesta “com’è che inizia?!”. Far parte di Compagnia significa non poter frenare i piedi quando si ascolta un valzer o andare a una mostra e pensare davanti a un dipinto Hayez che, magari, al posto di quella dama ci saresti potuta essere tu. Ripenso a tutte le volte che mi sembrava di perdere i sensi dopo quaranta giri di valzer finali, a quella volta che sola in biblioteca mi sono messa a camminare a passo di strathspey per poi alzare lo sguardo e rendermi conto della presenza delle telecamere, per non parlare di tutte le risate che mi sono fatta per le espressioni delle commesse nelle mercerie al mio “me ne servirebbero… 25 metri!”. Per me, oramai, Compagnia rappresenta una seconda famiglia, fatta di persone che condividono con me l’amore per la cultura e per il bello, sia che si tratti di ammirare un quadro di Raffaello o di cimentarsi in una polka russa. È la testimonianza che dall’impegno di uno può nascere qualcosa di prezioso per tanti, bastano la passione e l’entusiasmo!

La mia avventura in Compagnia è nata come la Ganache al cioccolato in pasticceria, per caso. Non posso dire per quanto continuerà, ma certamente sono sicura che senza Compagnia i miei ultimi cinque anni non sarebbero mai stati così divertenti!

Emma De Palma
Nella “Lettera alla danza” il grande ballerino russo Rudolf Nureyev così esprimeva il suo profondo amore per questa disciplina. “Danzavo perché era impossibile non farlo, mi era impossibile pensare di essere altrove, di non sentire la terra che si trasformava sotto le piante dei piedi, impossibile non perdermi nella musica. In quei momenti ero pittore, poeta, scultore. Io danzavo perché era il mio credo, il mio bisogno, le mie parole che non dicevo. Ogni uomo dovrebbe danzare, per tutta la vita. Non essere ballerino, ma danzare.” Ho riportato solo alcune parti della lunga lettera, scritta da Nureyev nell’ultima fase della sua malattia, che termina con le seguenti parole: “Ringrazio Dio per avermi dato un corpo per danzare cosicché io non sprecassi neanche un attimo del meraviglioso dono della vita”. Credo che le sue parole possano riassumere la grande magia che la danza ci regala. Fare parte della Compagnia Nazionale di Danza Storica è avere la possibilità di mettere in pratica questo anelito che nasce da un desiderio di armonia. Più volte Nino Graziano Luca (fondatore di CNDS) ha messo in luce questo aspetto in occasione dei balli da lui organizzati. Ed è proprio l’armonia, che per alcuni coincide con la ricerca del “bello” in senso lato, la protagonista di questi eventi. La musica classica con il suo ritmo ha il potere di riequilibrare la nostra energia, una cura per il corpo e per l’anima. La seconda metà dell’ottocento è stato un periodo molto intenso per quanto riguarda le sfarzose feste danzanti che si svolgevano per lo più nelle residenze nobiliari o nei grandi alberghi. Le dame con le loro eleganti “mise” esprimevano tutta la loro femminilità ammirate e guidate dal proprio cavaliere. Partecipare ai balli della CNDS è un po’ come un rimettere le cose al loro posto. Un novello “Ritorno all’Ordine” (movimento delle Arti del XIX sec.) per prendere in prestito dal passato l’insegnamento la direttrice, lo stile. Forse questo sguardo di ammirazione verso un secolo che non ci appartiene più, nasconde una voglia di sicurezza in contrapposizione al disorientamento dei nostri giorni. E così ci rifugiamo in un passato che ci riporta ad una modalità dove gentilezza, cortesia e regole diventano parte strutturale proprio nello svolgimento dei balli. E qui tocchiamo un tema spinoso e cioè le coreografie ad essi connesse. Ogni danza ha i suoi schemi da seguire e non sempre è facile ricordarli perfettamente. Si frequentano le lezioni di preparazione alle serate ma, ohimè, la memoria alle volte fa brutti scherzi. Tutto si risolve però, se si attinge ai dettami delle così dette “buone maniere” che suggeriscono di non far pesare una eventuale “défaillance”. Dopo tutto lo scopo è quello di divertirsi e di passare una piacevole serata in compagnia. Ho partecipato ad alcuni eventi della CNDS che si sono svolti in altre città italiane ed anche all’estero; la sensazione che ho avuto, è sempre stata quella di trovarmi in una grande famiglia allargata accumunata dalla stessa passione. A questo proposito mi piace ricordare il “Gran Ballo del Gattopardo” nei saloni del “Grand Hotel et des Palmes” a Palermo ed il “Gran ballo dell’800” allo “Stefania Palace” di Budapest. In quelle due occasioni siamo partiti in gruppo carichi di bagagli. Un trolley in più solo per accogliere il prezioso vestito d’epoca e la sua ingombrante crinolina. Una fase molto divertente è sempre la preparazione ai balli. Ci si dà una mano per le acconciature che presuppongono l’ausilio di un “toupet” e di accessori vari. Poi c’è la vestizione vera e propria con i corpetti che vanno stretti ed agganciati con modalità spesso non proprio comode. Le camere dell’albergo diventano come i camerini di un teatro dove gli attori cercano anche di acquietare l’emozione prima dell’ingresso in scena. Finalmente tutto è pronto e le coppie entrano con passo trionfale nella sala da ballo formando una fila unica. Le danze sono interrotte solo dal richiamo del “buffet” cui tutti aderiscono sempre con molto entusiasmo. Quando poi le ore diventano piccole, anzi piccolissime e qualche forcina dell’acconciatura delle dame è volata via nel vortice della danza, col gran “Galop” si conclude la serata. Non passa molto tempo e già si pensa al prossimo ballo che Nino insieme ai suoi assistenti avrà sicuramente già programmato e, forse anche, con cura organizzato. Specialmente in questo periodo in cui a causa del Coronavirus e del conseguente rapporto rischio - divieto ci è negata gran parte della nostra libertà, è bello sognare e nessuno potrà mai impedirci di farlo. I sogni sono creatori di realtà inimmaginabili, basta lasciarsi trasportare dalla musica e, come in una proiezione olografica ci troveremo immersi in mondi sconosciuti tutti da scoprire. I colori ed il ritmo saranno i nostri compagni ed alleati in questo viaggio fantastico. Ci lasceremo trasportare ancora una volta dalle coinvolgenti note di un valzer viennese. Le dame cominceranno a volteggiare sicure tra le braccia del loro cavaliere sfiorando appena il pavimento e a tutti… sembrerà di volare.

Cettina Giunta
È un soffice pomeriggio di maggio, il cielo è terso e l’aria tiepida; mi preparo con un po’ di ansia, ma nello stesso tempo mi sento effervescente, per quello che andrò a conoscere tra poco.
Il mio cuore mi rassicura, troverò qualcosa che mi entusiasmerà, ma la ragione mi dice di essere cauta. È così da quando sono bambina, la ragione frena sempre i miei tuffi di entusiasmo!
Sono le 16:30, arrivo al Museo delle Arti e Tradizioni Popolari e…. trasportata dalle note di un valzer, mi ritrovo in cima alla grande scalinata con il cuore in gola!
Davanti a me si apre uno scenario magnifico: il Salone d’Onore, illuminato dallo scintillio del sole che batte sulle teche di cristallo, è invaso da una musica che inebria.
Mi vengono incontro sorridendo un signore molto compito, nel suo impeccabile frac, e la sua dama in un frusciante e vaporoso abito rosa: stento a credere ai miei occhi!!!
Dove mi trovo? Sono tornata indietro nel tempo? Con grande curiosità osservo meglio i loro abiti, mi pare di essermi tuffata in un quadro di Monet.
Inizio anch’io a volteggiare sul marmo bianco dell’infinito salone, sollevata dal Maestro Nino Graziano Luca e inebriata dalla magia del momento. Comincia così la mia meravigliosa “Avventura”!
Ecco, in questo modo, tanti anni fa, ho conosciuto la Compagnia Nazionale di Danza Storica ed il suo Grande Maestro. È stato un colpo di fulmine: la sua eleganza e la sua gentilezza, il suo garbo e il suo entusiasmo, il suo sorriso accattivante e la sua disponibilità, mi hanno conquistata immediatamente!
Da allora, indossando abiti ampi e sontuosi, è stato un susseguirsi di volteggi e fruscii di crinoline, sulle musiche di Polke, Mazurke, Valzer e Quadriglie, tutte danze apprese sotto la guida sapiente e appassionata del nostro Maestro. Sono fiera di appartenere a questa Associazione che, da una piccola “Famiglia” è diventata una grande “Famiglia”, perché da una ristretta realtà di Roma si è trasformata in un fenomeno, che ha coinvolto l’Italia dal nord al sud.
Nel corso di questi anni, sono stati organizzati favolosi Gran Balli in Teatri, Palazzi Storici e Castelli, sia in Italia che all’estero. In particolare, mi è rimasta nel cuore la partecipazione al Gran Ballo organizzato a Vienna. Ricordo come se fosse ora, la grande emozione che avevo provato entrando in Polonaise nell’ampio salone dello storico palazzo a Schönbrunn. Il pensiero che quello stesso luogo fosse stato vissuto dal grande Johan Strauss figlio e avesse vibrato sulle note del grande compositore, generava in me un forte batticuore. Era un momento veramente magico!
Sulle note del bel Danubio Blu, il coinvolgimento era stato totale: le nostre danze scandite da quella musica di sogno, si erano trasformate in uno scambio di sguardi e di sorrisi, di grandi giravolte, di leggiadri balzi; dame e cavalieri sembravano librarsi nell’aria come in un sogno ed io ero felice di essere travolta da quel gioioso turbinio.
Tutto questo era molto più di quanto avessi desiderato fin dall’infanzia: mi ritrovavo immersa in una atmosfera da favola, in un luogo magnifico, in abito principesco, estasiata dalla dolcezza di un valzer, il tutto condito dal garbo e dall’eleganza nei modi di essere. In questi anni, mi sono anche resa conto che un Gran Ballo non è solo il piacere di ballare nella perfetta esecuzione, è anche lanciarsi sguardi di intesa e sorrisi maliziosi e complici, pur nell’errore dei passi. È armonia di emozioni suscitate dalla musica dei più grandi compositori della storia. Grazie alla CNDS, posso vivere queste esaltanti esperienze, che mi aiutano ad arricchire la mia quotidianità. La nostra Associazione è veramente come una grande Famiglia, in cui ciascuno ha un ruolo importante per sé e per gli altri.
Ci si ritrova tutti a credere nei grandi valori, che forse ultimamente si stanno trascurando, quali il Garbo, l’Eleganza, la Lealtà ed il Rispetto verso il prossimo, uniti al desiderio di vivere emozioni vere come la Solidarietà e la Disponibilità. Inoltre, con la ricerca e lo studio, che il nostro Maestro svolge ormai da trent’anni e che ci trasmette con grande passione, si crea una curiosità ed uno stimolo alla lettura di brani riguardanti la cultura, che ruota intorno alla società dell’800.
Si viene così coinvolti, oltre che nello studio delle danze, anche in quello della moda, dell’etichetta e della storia di quel periodo, condividendone idee e sensazioni.
Il nostro Maestro si definisce: “Ambasciatore di un mondo di valori, nei quali ho sempre creduto”. Io affermo che la Danza Storica è una Scuola che dirige la nostra vita verso l’ARMONIA ed il BELLO e Nino Graziano Luca ne è, a pieno titolo, il CONDOTTIERO!!!

Maria Teresa Magliozzi
Sono sempre stata una fanciulla dell’Ottocento. Romantica, sognatrice, sempre con un classico della letteratura in mano. Ho consumato le pagine de Il Gattopardo, so a memoria tutte le battute di Via col vento…

Il primo costume che ho indossato a Carnevale, bambina di tre anni, è stato quello di damina dell’Ottocento con cappellino rosa, ampia gonna in tinta, mutandoni e cerchio.
In terza media ho interpretato il ruolo di Concetta Salina, in un adattamento teatrale dell’opera di Tomasi di Lampedusa, dove indossavo un abito in stile ‘800 azzurro, a piccolissimi fiorellini. Il mio primo valzer, imparato per ballare in scena con il conte Cavriaghi… Guarda caso, interpretato dal compagno di classe di cui ero innamorata, non ricambiata. Era il passato, ciò di cui ero innamorata. Le buone cose di pessimo gusto cantate da Gozzano ne L’amica di nonna Speranza. Quello che ancora non avevo trovato, era il modo di esprimere queste passioni… Per la musica classica, l’opera, gli ampi abiti che amavo disegnare, i modi garbati e la cavalleria.
Mi ci ero avvicinata, a un Carnevale del 2015. Avevo voluto noleggiare un abito stile Violetta Valery per una festa, e al negozio mi avevano detto che sì, quella stessa sera c’era, non sapevano dove, un ballo in abito ottocentesco…
Fremevo. Avrei voluto tanto partecipare, ma come?
Su Facebook mi era capitato di vedere random immagini di balli, senza riuscire a risalire a chi facessero capo. Finché un giorno…
Era il 2017, un caldo mese di Settembre.
Lessi su Facebook di un pic nic in abito Ottocento organizzato dalla Compagnia Nazionale di Danza Storica al Laghetto dell’EUR. Tutti potevano partecipare, e cimentarsi nelle danze.
Non potevo lasciarmelo sfuggire!
Non avevo un abito, ma me lo sarei creato. Cappellino di paglia, guanti e ombrellino di pizzo bianchi al bazar sotto casa; ampia gonna écru lunga fino ai piedi con camicetta con le maniche a palloncino: non perfetto, ma adatto a un pic nic. E poi, ero riuscita a convincere mio marito a indossare panciotto e pantaloni del matrimonio, con l’orologio con la catena del mio bisnonno penzolante dal taschino.
La giornata era magnifica. Ci eravamo sistemati col telo e il cestino un po’ in disparte, ma presto eravamo stati contagiati dal caldo clima conviviale del pic nic: chi ci offriva un dolce, chi della frutta… Ed erano tutti incantevoli, gli uomini elegantissimi e le donne in abito da giorno e crinolina. Questo era il mondo a cui avevo sempre sentito di appartenere! Cominciarono le danze. Prendevo parte con facilità ai coinvolgimenti. Danzavo come se non avessi fatto mai altro in vita mia, ebbra di gioia. Avevo avuto fortuna. Quell’anno la CNDS inaugurava un nuovo corso per principianti, compatibile con i miei orari di lavoro, proprio a Talenti, il mio quartiere.
Non dimenticherò mai il mio Maestro Pietro, che mi ha insegnato a muovere i primi passi di danza portandomi nel giro di pochi mesi a frequentare il corso avanzato, in un’altra sede, sempre a Talenti, ancor più vicino al mio ufficio. E poi, i miei compagni di corso: divisi dalla differenza d’età, ma uniti dalle passioni comuni.
Provare insieme scacciava via stanchezza e tensioni della giornata, e mi proiettava in un universo parallelo, fatto di garbo e di giovialità.
Infine, il tanto atteso Primo Ballo: a Palazzo Brancaccio, dedicato a Sissi. Indossavo un abito di taffetà stropicciato azzurro con la berta e i festoni della gonna blu; maniche a sbuffo, e delicati merletti. Avevo disegnato personalmente il figurino, basandomi sullo studio della moda dell’epoca, e avevo scelto con cura stoffe e materiali. La preparazione dell’abito, le prove, erano un toccasana per il mio spirito, provato dalla malattia di mio padre: la giovane e capace sarta storica, divenuta mia carissima amica, sapeva come farmi provare quell’entusiasmo di cui avevo disperato bisogno.
18 Novembre 2017: il giorno tanto atteso.
Lo scintillio delle luci, lo sfarzo di Palazzo Brancaccio, lo splendore delle vesti, le trascinanti musiche classiche… ero inebriata. Rivedendo le foto di quella serata, ritrovo persone che poi sarebbero diventate preziose amicizie, legate da passioni comuni e comuni ideali.
Vivere una notte come in un sogno, gettarsi nel vortice delle danze, provare l’ebrezza del viaggio nel passato… Sono cose a cui non potrei più rinunciare.
Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza la visione, il sogno e la capacità di realizzarlo di un uomo: Nino Graziano Luca, che da trenta anni si è dedicato a questo mondo, intercettando il desiderio di Bello, il bisogno di armonia e buone maniere che anima chi frequenta la Compagnia Nazionale di Danza Storica.
Di questa bellezza e di questa armonia abbiamo più che mai bisogno. Ed è anche attraverso un giro di valzer, che si realizza l’ideale di creare un microcosmo ordinato, in cui ci sia rispetto, gentilezza, valori.
E la volontà di saperlo portare, poi, nel macrocosmo al di fuori.

Filippo Marino
Ricordo che mi partii da Portopalo lasciando alcuni amici dopo pranzo con la mia vecchia auto d'epoca per quell'appuntamento al quale non volevo assolutamente mancare e cioè il premio letterario Tomasi di Lampedusa. Facendo tutta la costa sud della Sicilia a ridosso del mare, sfiorandolo, accarezzandolo verso quei paesi che ben prima avrebbero dovuto conoscere il “Rinascimento” dalle loro macerie dopo il terremoto del 1968. Attraversando il polo petrolchimico di Gela e poi Licata, Sciacca fino a Santa Margherita del Belice. Ed ecco appena arrivato sul palco Nino Graziano Luca che presenta la manifestazione annunciando il ballo della compagnia di danza storica sul tema del “Gattopardo “. Magari tra i vecchi baffi presenti che vedo nel paese può venir fuori quello di Burt Lancaster, il conte zio, o tra i giovani rampanti di Santa Margherita potrebbe comparire Alain Delon o perché no la Cardinale tra le donne in festa della piazza del paese. Mi giro con fare circospetto nelle penombre, tra la gente, le famiglie, i bambini coi palloncini mentre l'afa estiva incombe. Penso a quando domani dovrò indossare il frac, papillon e persino i guanti bianchi per ripercorrere i vecchi fasti della nobiltà di Sicilia che ha segnato la storia dell'isola. Mi piace pensare alla considerazione di Goethe che in definitiva sosteneva che le vicende storiche siciliane sono una chiave di lettura di tutta la storia dell'intera Italia. Dunque mi aggiro incredulo fino a notte tarda incontrando qua e là conoscenze ed amicizie della scuola nazionale di danza storica immergendosi nei sapori tipici di questa zona lontana e vicina al mare, scorrendo tra le nuove generazioni persone di essenza nobile ed antica ancorché di genuine e fiere radici. I tavolini di taluni bar vestono semplici decorazioni e le poche copie di carta stampata dei quotidiani sembrano dire: comprami e leggimi perché ti parlo di me, della mia terra! Poi di lato forse un mensile il “Gattopardo “fa bella mostra di sé per chi si vuole soffermare a leggere e rileggere ancora la storia. Adesso è tardi, gli ultimi bimbi accanto ai genitori pedalano sui tricicli del viale senza auto con i portici ai lati forse in attesa di qualche carrozza che passi con i suoi cavalli. Si fa sempre più tardi e la notte è illuminata dalle stelle, le stelle di Sicilia. Domani sarà un giorno nuovo, il giorno della festa, del ballo, della celebrazione del premio e voglio assaporare le prima luci del mattino su questa mia terra amara e dolce, asciutta come le pietre che la ergono, voluttuosa come i vestiti delle dame che vedrò domani.

Claudia Ortelli
La mia avventura con la CNDS è iniziata nei miei sogni da bambina, quando guardavo i cartoni delle principesse e sognavo di indossare quei favolosi vestiti all’interno di maestosi palazzi, con un principe da sogno. Ho creduto che questo rimanesse tale, fino a che, nel 2015 mi venne proposto da un’amica e collega (Giusy) di partecipare a un corso di danza storica, lì per lì temporeggiai, non sapevo cosa fosse. All’epoca lavoravamo entrambe in un centro convegni sul lago di Como, una splendida villa del 1600 che di lì a poco ospitò un ballo pomeridiano della CNDS. Ero curiosa di scoprire finalmente che cosa mi stavo perdendo. Giusy per l’occasione mi prestò uno dei suoi abiti e… una volta indossato mi sentii come quando la Fata Turchina pratica l’incantesimo a Cenerentola prima del ballo. Ero emozionata, felice, avevo il cuore colmo di gioia, il mio sogno si stava per realizzare. Indossare quell’abito in una location storica così bella, mi faceva sentire quello che avevo sempre sognato di essere, una principessa. Ma il bello arrivò all’inizio dell’evento, poiché ancora io di queste danze non conoscevo nulla. In punta di piedi entrai nel salone da ballo, imbarazzata, timida, l’evento iniziò e… conobbi Marco, il mio maestro, persona di un carisma unico, capace di travolgere con il suo entusiasmo anche chi ha sempre odiato la danza. Era fatta! Quel corso diventò mio. Fu amore a prima vista con gli abiti, con le danze, le ambientazioni, le persone. L’ aria era di festa, di amicizia, di famiglia, divertimento. CNDS per me è stata la scoperta di un mondo meraviglioso e la scoperta anche di una parte di me stessa. Grazie alla passione per la danza storica infatti, ho imparato a cucire e a realizzare i miei abiti storici da indossare ai Gran Balli. Se non fosse per questo, mai sarei andata ad acquistare una macchina da cucire e mai avrei scoperto questo dono che si è trasformato in passione, studio e perfezionamento di esso. Ho ritrovato l’amore per la danza, abbandonato anni fa, ed ha risvegliato in me l’amore per tutto ciò che è bello. Partecipare a questi eventi mi permette di apprezzare i più bei palazzi storici in un modo diverso dal visitatore. Un Gran Ballo infatti fa rivivere un palazzo nel vero senso della parola e noi ne siamo i protagonisti. Ci si sazia del fasto, della meraviglia e della gioia nel danzare. È sempre una grande festa, un’occasione per rivedere amici di tutta Italia, per condividere con i propri affetti danze divertenti e momenti culturali. È una grande famiglia dove si impara, si cresce e si trasmette l’arte della gentilezza, come dice il nostro Nino. Ogni allievo di CNDS secondo me, ha la missione di contagiare con eleganza e gentilezza chi gli sta intorno. Mi ritengo fortunata ed orgogliosa di farne parte, tutto questo dona una carica pazzesca, ogni evento mi fa tornare a casa camminando a 4 metri da terra.

Mha! Fermi un momento! All’inizio del racconto ho parlato di un principe… Essì, ora ho anche la fortuna di condividere tutto questo con il mio principe che ha apprezzato da subito questa mia passione e mi segue agli eventi dilettandosi, con maestria, nelle prime danze. Un sogno nel sogno. Chi l’avrebbe mai detto? In fondo, basta crederci alle cose.

Spero di aver trasmesso a chi leggerà, la voglia di sognare, la gioia e la passione che mi legano a questa realtà.

Alessandra Pagnotta
Mi chiamo Alessandra Pagnotta e ho incontrato la Compagnia, quando frequentavo l’Università alla fine del 2001. Mi ero trasferita a Roma, per studiare Lettere ad indirizzo Spettacolo, presso l’Università “La Sapienza”. Con l’introduzione del nuovo ordinamento, il mio corso di laurea subì delle modifiche nel programma di studi e furono introdotte altre attività formative che davano diritto ad un certo numero di crediti universitari, diverse da quelle di routine come le normali materie d’esame. Tra queste c’era un corso di Danze di sala dell’800, che mi incuriosì moltissimo e decisi di frequentare. Studiavo danza da quando ero bambina e, essendo anche un’attrice di teatro, ero un’appassionata delle storie in costume, soprattutto quelle ambientate in tutto l’800. Quindi quest’occasione mi entusiasmò tantissimo. Ballare come facevano in quelle epoche ormai lontane, indossando magari quegli abiti bellissimi… era più di quello che potessi immaginare. Mi ero sempre sentita “una donna d’altri tempi” ed anche per questo mi ero avvicinata alla recitazione, per essere altro da me, altro da quest’epoca, perdermi in quei racconti romantici e pieni di eleganza. Ora potevo farlo anche danzando, accompagnata da musiche bellissime.

È stato così che, in quel corso universitario, ho incontrato il maestro Nino Graziano Luca, mio conterraneo, divenuto in seguito anche un caro amico, che con la sua straordinaria capacità di raccontare, oltre che di insegnare, dote non per niente comune, mi ha fatto approfondire un mondo che conoscevo ancora poco, facendomi sentire tutto il suo fascino. Negli anni, abbiamo vissuto insieme tante bellissime esperienze. Balli, spettacoli, concerti, feste, tè danzanti. Ho potuto visitare palazzi stupendi e soggiornare in alberghi meravigliosi che altrimenti non avrei mai potuto vedere. Un’emozione grandissima e una magia straordinaria che non potrò mai dimenticare. È proprio vero che la danza unisce, diverte, appassiona, ti riconcilia con tutto e tutti e ti permette di esprimere gioia. È in grado di creare dentro di noi un tale stato di benessere da darti molto spesso la sensazione di librarti nell’aria, come se fossi quasi sospeso dalla terra. Un’emozione unica, che solo la danza e la musica possono farti provare. Nelle antiche scritture buddiste alcune figure illuminate e dotate di grande compassione, venivano descritte mentre “emergevano dalla terra danzando” per liberare le persone dalla sofferenza e dagli attaccamenti. La loro danza esprimeva uno stato di felicità assoluta e la possibilità per tutti di conseguire quello stato.

Così, tutti noi possiamo danzare, e attraverso la danza sentire questa gioia e questa grande leggerezza e voglia di vivere. Io voglio farlo finché potrò ed ho scelto di farlo insieme alla CNDS.

Ed è per questo che, anche se a volte, negli anni, sono stata costretta ad allontanarmi a causa dei miei impegni di lavoro o per motivi di infortunio o di salute, poi sono sempre tornata a desiderare di danzare ed ho sempre ricominciato a frequentare la CNDS, dove nel tempo ho incontrato e poi ritrovato tanti amici, vicini a me per sensibilità, valori umani ed etici, per l’amore per la cultura, l’arte, le tradizioni e per l’interesse per ciò che è bello e autentico.

Alessia Palleschi
Fin da bambina sono cresciuta con il sogno di diventare una principessa. Guardando cartoni come “Cenerentola”, “La Bella e la Bestia”, ma soprattutto “La Principessa Sissi”, sognavo un giorno di indossare quei bellissimi vestiti e sentirmi anche io un po’ come loro. Invece, crescendo, ho capito che il mondo non era fatto di principi e principesse, che i cartoni Disney erano solo favole e che non potevo far altro che studiare per crearmi un futuro. Cosi iniziai a studiare una cosa più grande di me, ingegneria informatica, una cosa che le mie principesse non potevano neanche immaginarsi. Nella mia vita ho sempre fatto scelte contro corrente. Tutte le bambine facevano danza... beh io pallavolo. Tutte le ragazze amavano lettere... beh io matematica. Ma anche se queste scelte potevano sembrare poco adatte ad una principessa, io continuai la mia strada mettendo da parte il mio sogno. Un giorno ero in camera a studiare e mia madre mi chiama dalla cucina: “Amore corri, vieni a vedere”, e così su quello schermo della tv in diretta su “Detto fatto” ho visto Nino con il suo corpo di ballo danzare. In quell’istante, nulla mi era sembrato più bello, e mi ripromisi che avrei iniziato a ballare come loro. A settembre iniziai il mio corso da principianti, sembravo come una bambina il giorno dell’inizio delle vacanze, tutta contenta e soddisfatta di ciò che stava per accadere, e così mi innamorai di queste danze, della gioia che ti trasmette questa disciplina e dentro di me il mio sogno di diventare una principessa si stava riaccendendo. Non so descrivere come ogni nuovo ballo potesse far nascere in me la voglia di imparare sempre cose nuove e di fare un salto nel passato per sentirmi una vera dama ottocentesca. Ma con chiunque parlassi mi diceva, si, fare lezione è bello, ma mai come i balli. I balli sono qualcosa di unico, che ti prende completamente. Io ancora novizia, non sapevo di cosa si stesse parlando, così iniziai a cercare su internet qualcuno che creasse questi abiti, e dopo ore di conversazione e scelta di tessuti e colori, ordinai il mio abito e la mia prima crinolina e attesi quel pacco come un bambino aspetta babbo natale il 24 dicembre. Appena arrivò il corriere mi misi la crinolina e iniziai ad ondeggiare con questa gonna ampia che mi rendeva più simile ad una principessa, ma la vera trasformazione la sentii dentro di me non appena indossai quell’abito. Noi donne ogni volta che facciamo shopping siamo sempre un po’ critiche verso noi stesse e pensiamo che nulla ci vada realmente bene, mentre con quell’abito era successo qualcosa di magico e in un attimo mi ero trasformata in una principessa. Così mi preparai per il mio ballo, a Natale tutto ha un’atmosfera diversa e quel Natale per me significava il mio primo ballo, e così passai una serata fantastica, con pochi balli da poter completare, visto il mio livello da principiante, ma con una gioia e felicità nel cuore immense. Vedere tutte quelle persone contente che continuavano a roteare nei loro bellissimi vestiti era qualcosa di spettacolare. Ma come si sa dopo Natale tutto torna alla normalità, ma non per noi della CNDS, Nino quasi ogni mese organizza un ballo, quello Russo, che da tutti viene acclamato l’ho dovuto saltare per altri impegni, ma mi ero ripromessa di andare a quello di carnevale. E così è arrivato carnevale, mi sono preparata con il mio vestito rosso, maschera argentata e tanta voglia di divertirmi. Non so se sia stata la maschera, il luogo o cosa, ma quella volta mi sono realmente sentita una principessa. La promenade iniziata dalle scale e conclusa in quel grandissimo salone pieno di finestre ha suscitato in me un’emozione unica, un’emozione mista a commozione per quei momenti splendidi. Finito questo momento di gloria c’è stato un ballo dove ho danzato ininterrottamente e tutta soddisfatta me ne sono tornata a casa. Ma come in ogni favola che si rispetti a mezzanotte torna tutto normale, ma c’è la consapevolezza che ogni ballo è una nuova favola ancora più emozionante.

Sonia Pecchia
Galeotto fu l’olmo!!!! In una tarda mattina d’estate mi ritrovai in una piazza luminosa giacché le vacanze trascorrevano lente e giocose. Questo posto è Campodimele, ridente località sui monti Aurunci. In questo piccolo paradiso, solitamente le tarde mattinate d’estate si trascorrono tutti insieme in piazza, seduti su di un muretto intorno ad un olmo trisecolare, dove da sempre vi soffia una leggera e piacevolissima brezza che invita a condividere aperitivi e pensieri, il più delle volte positivi. Così è nato il desiderio di fare qualcosa di bello, che ci facesse stare bene. Ho sempre desiderato fin da bambina, partecipare ad uno di quei balli nei saloni meravigliosi dove eleganza e bellezza sono sempre state protagoniste. Navigando su Internet, scrivo “Danza Storica” … et voilà! Appaiono una serie di indicazioni. Mi dà all’occhio un sito in particolare “Compagnia Nazionale di Danza Storica”, presidente Nino Graziano Luca, ho pensato… “mamma mia questa è una cosa troppo seria per noi!!!!”. Scorro il sito e le foto sono stupende, gioiose e ricche di eleganza. Nino con il suo sorriso, trasmette allegria e serenità. Ho visto e rivisto anche altri link, ma in questa compagnia, la positività e l’eleganza la facevano da padrone, così decisi di chiamare. Una gentilissima signora mi ha dato tutte le indicazioni, gli appuntamenti e gli eventi in programma per il mese di settembre. È iniziata così un’avventura meravigliosa. Intanto sotto il nostro amato olmo, sono arrivati gli aperitivi e con tutti gli “amici di sempre”, tra un sorso ed una patatina si è parlato piacevolmente di questa iniziativa, in un clima gioioso ed allegro fatto di sorrisi e battute simpatiche. Tornati alla vita lavorativa, è iniziato lo stress di tutti i giorni, ma il pensiero ogni tanto andava a CNDS e alla curiosità per le iniziative di questa Compagnia. Seguendo gli eventi arriva il primo appuntamento, PIC NIC STORICO al laghetto dell’EUR a Roma. Quale occasione migliore per conoscere queste iniziative? Organizzo un gruppo di amici e con i nostri ragazzi si va a fare una passeggiata al laghetto con annesso gelato da Giolitti, che ne vale sempre la pena. Ai nostri occhi, su di un prato verde di erbetta profumata e di fronte all’azzurro del laghetto, appare quello che sembra un quadro di Monet. Una scena meravigliosa, dame, cavalieri, costumi stupendi di altri tempi, tovaglie di pizzo adagiate sul prato verde menta e poi dolci, thè, fiori, ombrellini di pizzo, sorrisi e tanta, voglia di condivisione. Che dire, era tutto lì ciò di cui molti di noi hanno bisogno, in questo mondo grigio e sfuggente. Ricordo con piacere la visione di una dama in particolare con un abito bianco con dei fiori verdi, capelli biondi raccolti, un corpo esile un bel nastro legato in vita, ballava leggiadra, sembrava una farfallina, dolcissima e gioiosa, la dolce Stefania. Aggregazione unita a classe, eleganza e non per ultima cultura. Siamo rimasti incantati e sorpresi da tanto bello tutto insieme, persone di tutte le età unite da una passione LA DANZA STORICA, tutti capitanati da Nino Graziano Luca. La sua forza, la sua passione e la sua energia, passavano come linfa vitale tra i suoi allievi e le persone ferme a curiosare, in quel pomeriggio pieno di dolcezza ed allegria. E con dolcezza ed allegria si avvicina a noi con fare garbato di altri tempi, una giovane signora in abito da pic nic, elegante e sorridente, Francesca. Oh cara Francesca!! Sei stata cosi generosa di sorrisi e spiegazioni, che io ero già parte di CNDS. Dopo un pomeriggio di allegria speciale e sereno ed un gustoso gelato, si torna a casa con l’intento di partecipare ad una lezione di lì a poco. Arriva così il giorno del primo appuntamento, con curiosità ci rechiamo a Piazza Asti. Entrando, abbiamo trovato un gruppo di persone gentili ed accoglienti, ed un maestro che con il suo entusiasmo, ha messo a suo agio anche le persone più reticenti. Ci siamo sentiti abbracciati e giocosamente inseriti nel gruppo. Sono venuti con me, oltre ad alcune mia carissime amiche, anche i miei due figli. Mai e poi mai avrei pensato che due ragazzi adolescenti, che giocano in agonistica nelle squadre di calcio, in ambiti direi non proprio eleganti, si lasciassero trasportare da questa iniziativa, ed invece la sorpresa … “abili e arruolati”. Che dire una grande vittoria, vedere ragazzi ballare serenamente con signore di tutte le età è una grande scuola formativa per l’approccio a contesti diversi dai consueti appuntamenti con i coetanei. Nino ha saputo coinvolgerli in maniera leggera e competente, tipico atteggiamento di un docente eccellente. E cosi si passa da “passa er pallone” alla Promenade e viceversa. Arriva il primo ballo! IL GRAN BALLO DI SISSI. Fibrillazione, gioia e preoccupazione di non essere all’altezza di un evento così. Nel mese precedente, ricerca di abiti, fiori, pizzi, frac, è stato semplicemente tutto bellissimo. Tutti i costumisti impegnati per questo evento, tutti in cerca del nostro abito, e alla fine come nel film di Cenerentola, ecco il mio abito, sapientemente realizzato da una persona speciale. Ero pronta per il mio primo ballo. Fiocchetti, pizzi, fiori nei capelli e lei, l’indomabile crinolina che ci dona l’ebbrezza dell’abito dell’ottocento. Pronti i ragazzi in frac, io di tutto punto vestita, le mie amiche bellissime nei loro stupendi abiti…. SI ENTRA NELLA FIABA. Entrando a palazzo Brancaccio è stato come entrare in una FAVOLA, varcata la soglia si è chiuso dietro di noi il mondo grigio, frenetico, pieno di odori e rumori fastidiosi. Donne e cavalieri con fare elegante e garbato e poi stucchi, arazzi e dipinti, pizzi, sete, volant, fiori, perle, e tanto, tanto altro. La musica entra leggera e sinuosa nei nostri corpi. Si inizia con la signorile Promenade, il nostro Cerimoniere apre le danze, inizia il nostro PRIMO BALLO DELL’OTTOCENTO. Grazie a CNDS. Eleganza, classe, allegria, cultura, condivisione, rispetto dell’altro, garbo, e tanto altro questa è la Compagnia Nazionale di Danza Storica. Questa iniziativa sta dando una sferzata di Bon Ton a tutti noi, indirizzando gli allievi ad un percorso completo che unisce approfondite nozioni storiche sulla danza di altri tempi, ad uno spirito “benefico”. Bisogna provare per credere. UN SUPER GRAZIE A TUTTI GLI INSEGNANTI E A NINO SIETE TUTTI SPECIALI.

Donatella Pinardi
Era la primavera del 2001, precisamente il 6 aprile, quando ricevetti dal mio fidanzato di allora, Giovanni, un biglietto di auguri per il mio compleanno: “Una sorpresa speciale per un cuore romantico! 25aprile prossimo. Capena.” La mia curiosità era alle stelle e ci restò fino a quando giunse il fatidico giorno. Solo 10minuti prima dell’arrivo riuscii a scoprire di cosa si trattasse: UNO STAGE DI BALLI DELL’ 800.
Per me fu un colpo di fulmine.
In quell’occasione, tra le note del valzer sul “Bel Danubio Blu” conobbi Nino Graziano Luca, Presidente della Cnds. La sua grande passione per le danze e il suo straordinario entusiasmo furono contagiosi.
Imparammo diverse danze tra le quali non posso dimenticare il Valzer Spagnolo, il Virginia Reel, il Rinka, il San Bernard Waltz. Ci fu anche una piccola festa durante la quale ci potemmo mettere alla prova. Ero al settimo cielo.
Le lezioni di danze dell’800 si tenevano settimanalmente a Roma al Museo degli Strumenti Musicali, luogo per me troppo lontano da raggiungere.
Fu solo nel 2004, quando Nino si trasferì nel laboratorio didattico del Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, che iniziò la mia vera avventura nella Cnds.
Ero riuscita a coinvolgere anche mia figlia Flavia e mio figlio Valerio, che, all’epoca avevano rispettivamente 16 e 26 anni. Fu un periodo molto felice. Partivamo tutti e tre il mercoledì sera con la nostra 126 alla volta dell’Eur per frequentare le lezioni. Dopo qualche anno mia figlia si fidanzò e non volle più venire. Mio figlio conobbe una ragazza ed iniziò a ballare con lei, non più con me. Cosi, io iniziai a ballare con vari cavalieri, alcuni dei quali divennero miei compagni di vita.
Una cosa è certa, con loro o senza di loro, il mio entusiasmo e la mia passione rimasero sempre gli stessi, a dimostrazione di quanto la caparbietà e la volontà delle donne non abbiano eguali nel sesso maschile.
In tutti questi anni, innumerevoli sono state le meravigliose occasioni di ballo in Italia e all’estero. Non voglio citarne nessuna in particolare, non sarebbe giusto, proprio perché importanti o meno che fossero, hanno suscitato in me sempre la stessa identica emozione, la stessa grande felicità; tanto che la mia frase “Soffro della sindrome di Cenerentola”, che pronunciavo alla fine di ogni ballo, è rimasta famosa.

So solo che, appuntati nel mio prezioso diario della Cnds, ho più di 300 eventi tra Gran Balli, Feste di Società, partecipazioni a fiction, docufilms, trasmissioni televisive, manifestazioni teatrali e culturali alle quali ho partecipato. Senza contare le decine e decine di Tè Danzanti che la Compagnia ha tenuto per anni due volte al mese, al Museo delle Arti e Tradizioni Popolari. A giugno del 2014 arriva per me una grandissima soddisfazione, la nomina ad Ambasciatrice Onoraria della Compagnia per la mia straordinaria fedeltà ad essa.

Anche nei momenti più bui di questi 17 anni di danze, la Cnds ha rappresentato per me l’emozione che può dare un arcobaleno, un prato fiorito, la strada di casa. La Cnds occupa nel mio cuore un posto molto importante. È la mia seconda famiglia e sempre lo sarà.

Maria Gabriella Scuderi
A Nino, sognatore e artefice dei nostri sogni…

Prologo
Una dama. Un gran ballo di metà gennaio. Un cavaliere. Emozioni e sensazioni sulle note di valzer, polke, mazurche. Anche a gennaio possono fiorire gli amori.

Capitolo 1
Era un pomeriggio di metà gennaio. Il sole filtrava timidamente dalla finestra della sua camera e, attraversando il pizzo delle tende di Burano, disegnava eleganti volute sulle assi scure del pavimento di legno. Dal salone giungevano le note cadenzate e dondolanti della Barcarola di Mendelssohn. Le piaceva che la giovane Aurora si dedicasse ai suoi studi pianistici in quell’ora del giorno. Lei amava le prime ore del pomeriggio, quando i muri delle case si colorano d’oro e il Rio della Madonnetta scintilla sotto i balconi di Palazzo De Dominicis. Nello specchio della toilette il suo lungo collo incorniciato da un bianco filo di perle, rifletteva la tensione dell’attesa. Un ultimo tocco di cipria e le sue dita affusolate tornavano a quel ricciolo ribelle che eternamente le scendeva davanti agli occhi e che non voleva saperne di stare compostamente al lato della fronte. Asperse generosamente il décolleté con l’acqua di colonia… le note aromatiche di bergamotto di Calabria e agrumi di Sicilia saturarono l’aria d’intorno. Si protese verso la finestra. Socchiuse gli occhi. Volle sentire il tepore del sole sul viso. Un sorriso la illuminò: pregustava il suo incontro con la vita.

Tre minuti prima del calar del sole, avvolta nell’ampia mantella di panno blu, fece il suo ingresso nel Palazzo. Dopo essere passata al guardaroba per lasciare il pesante soprabito, salì con passo veloce il grande scalone di marmo bianco che conduceva ai piani nobiliari. Gradino dopo gradino il fruscio delle gonne sottolineava la frenesia con la quale si apprestava a raggiungere il piano superiore. Presto fu nell’ampia anticamera che precedeva il salone delle feste. Quasi le mancava il fiato per la corsa su per le scale. Si fermò. Attese. Sfilò il guanto dalla mano destra e tirò fuori dalla borsetta uno specchietto pieghevole elegantemente racchiuso nella sua custodia d'argento: un ultimo fugace sguardo… osservò che tutto fosse a posto, nella elaborata acconciatura adornata da fiori freschi, nel trucco, nel prezioso abito fatto realizzare apposta per l’occasione da un famoso sarto comasco. Un freddo spiffero sferzò le bianche spalle nude e la fece rabbrividire. Il sole del pomeriggio aveva lasciato già il passo ai rigori serali di quel giorno di metà gennaio. Qualcuno aveva lasciato socchiusa una delle porte-finestra che davano sul terrazzo. Tirò su lo scialle. Fu accolta dal maestro di cerimonia che la introdusse al grande salone d’onore. I maestosi lampadari di cristallo a due ordini di candele dominavano la scena creando una calda luce d’atmosfera. L’orchestra intonava le note di un valzer à deux temps che alcuni danzatori in sala ballavano secondo la precettistica del maestro Cellarius. Era l’anno 1856 ed iniziava a diffondersi una diversa maniera di danzare il valzer. Lei ne rimase incantata. “Posso avere l’onore… madame…” come sospesi nell’attesa che lei gli disvelasse il nome, due occhi color del cielo andino andavano posandosi su di lei con vivace dolcezza, nel mentre di un garbato inchino. “Clelia De Dominicis…” sospirò lei da dietro il ventaglio di pizzo che aveva maldestramente tirato su, davanti al viso, nel tentativo di celare un sorriso che sarebbe potuto apparire sconveniente al primo approccio. “Se nel suo carnet vi è ancora una danza per la quale non ha preso impegno… sarei molto onorato se volesse apporvi accanto il mio nome.” Lei rispose alla sua richiesta di saluto porgendo la mano ancora nuda del guanto e infreddolita. Il caldo alito del suo bacio la fece quasi ritrarre. Le sembrò troppo audace e s’imbarazzò anche per aver mostrato la mano nuda. Lui indugiò nel trattenerle la mano. “Cavaliere di sua maestà Artù di Camelot… per servirla!” Lei spalancò i grandi occhi verdi e lo guardò interlocutoria. “Ah, ah, ah… ma sì Lancelot du Lac!” Anche lei sorrise insieme a lui. “Singolare modo per presentarsi” pensò. “Con chi ho il piacere di conferire, dunque? Usiate la gentilezza di rivelarmi la vostra reale identità…!”

Le eleganti note del valzer di Griboyedov lo favorirono. Era da tempo che non si sentiva così leggera. Nel vorticare a tratti audace della danza sentiva i pensieri allontanarsi da lei per fare spazio ad un’ebbra spensieratezza. Ma chi era alfine costui? Chi si celava dietro quegli occhi allegri e pieni di vita? Non aveva tempo adesso per domandarsi di più. Il maestro di cerimonia, un uomo dalle movenze raffinate e dai modi garbati, si avvicinò a loro invitandoli a prendere posto nel carrè. Aveva chiamato la quadriglia francese e il suo audace cavaliere non si era certo lasciato sfuggire l’occasione. Questa danza disegnava coreografiche intenzioni di corteggiamento, e fu alla figura della pastourelle che l’audacia rese chiara l’ambizione del giovane cavaliere. “Il suo profumo m’inebria i sensi madame. Mi ha colpita fin dal primo istante che l’ho veduta…” Lei abbassò lo sguardo ed arrossì mentre il cavaliere l’accompagnava dalla coppia di fronte per poi allontanarsene. Ma prima di lasciarle la mano e di consegnarla al cavaliere della seconda coppia le sussurrò ancora: “Verrò a prenderla per non lasciare che altri colgano il più bel fiore di questa sera…”. La terzina intanto avanzò nel doppio avant trois, mentre il cavaliere arretrò en arriére. Fu di nuovo la volta del cavaliere: egli volteggiò come non mai in un assolo che a lei sembrò di eccezionale stile. Con i suoi eleganti en avant, en arriére, à gauche e à droite, procedette poi diagonalmente per terminare a fianco della sua dama e riprenderla a sé. Nel portarla indietro per ricondurla al posto, in un sorriso sincero le disse: “Pericle Durante Vergani De Noto. Suo umile servitore.” E si inchinò.

Francesca Torresi
Quando la vita decide di sorprenderti, facendoti un regalo inaspettato e magnifico, non puoi fare altro che ringraziare, esserne felice, accettarlo, viverlo, assaporarlo, “sentirlo” e gustarlo in ogni sua sfumatura, con tutta l’anima e con ogni fibra del tuo essere, godendo di ogni emozione e lasciando che il cuore vada a mille e “veda”, al posto dei tuoi occhi, tutta la bellezza che vi è in esso.

Questo è stato, per me, l’incontro, fortunato, con la CNDS e cioè con Nino, persona meravigliosa e cuore pulsante della Compagnia e con tutte le persone speciali che compongono questa nostra bella e grande famiglia. Un crescendo di emozioni forti, profonde, vere e sincere, sgorgate spontaneamente ed impetuosamente dal mio cuore che sono, per me, diventate, con il passare del tempo, sempre più importanti, intense e coinvolgenti. Esse rimarranno tatuate, sempre e per sempre, nella mia anima e mi accompagneranno, costantemente, in questo mio meraviglioso ed appassionato percorso che, ormai, mi appartiene totalmente e che fa e farà, sempre di più, parte della mia vita.

In questo mondo basato sulla superficialità e sui sentimenti “mordi e fuggi”, credere e portare, coraggiosamente, avanti valori ed ideali che sembrano, ormai, dimenticati, ergendoli a modo di essere ed a condotta di vita quotidiana, per contribuire alla costruzione di un mondo migliore, mi ha dato la consapevolezza di aver trovato il mio “posto”. Dove, oggi, la norma è sottacere, ridicolizzare, non rivelarsi, escludere, abbandonare e tradire, trovare “chi” decide, con fierezza, di “fare la differenza” ed essere un valore aggiunto, credendo e divulgando principi quali l’unione, il rispetto reciproco, la lealtà, la giustizia, la tolleranza, l’inclusione, la gentilezza e il garbo, mi ha reso certa che “esserci” sarebbe stato l’unico modo per poter vivere, appieno, questo “nostro mondo” che mi rappresenta totalmente. Il senso di appartenenza che, da subito, mi ha “avvolto” e che, spontaneamente, ho provato, la percezione della massima attenzione che veniva posta alla cura dei rapporti umani, mi ha fatto sentire, non più sbagliata e fuori luogo, ma libera di mostrami in tutto il mio essere. La possibilità di poter vivere con intensa verità la parte più sentimentale, emotiva, sognatrice e romantica di me, in una magica unione fra passato e presente, mi ha allargato, nuovamente, il cuore e, finalmente, ciò che mi è sempre appartenuto e che ho sempre portato avanti nel mondo, con molta fatica (tranne che in famiglia e con gli amici veri dove ciò che sono è stato sempre accolto ed Amato) ha avuto la sua spontanea collocazione nell’Universo ed ha, definitivamente, dato completezza alla mia essenza.

La gioia che provo nel sapere che anime affini possono capirmi e “vedermi” e che posso, con loro, effettuare un percorso di crescita e di confronto, costellato da unione di cuori e condivisione di intenti, senza filtri e senza orpelli, mi ha fatto realizzare che la CNDS siamo noi, con i nostri valori ed i nostri sentimenti e che se le individualità si uniscono, le differenze si appianano. Per questo motivo ritengo che, ringraziare Nino, il mio insegnante che, fino ad ora e sotto alcuni aspetti, mi ha fatto crescere e migliorare, e tutti gli altri insegnanti insieme alle persone della Compagnia che, a tutt’oggi, mi hanno accolto con grande disponibilità donandomi così tanto, sia la dimostrazione del mio sincero affetto e della mia profonda riconoscenza.

Fortunato è stato l’incontro con Nino, il nostro organizzatore di magie e produttore di emozioni. La profonda stima, l’apprezzamento e l’affetto sincero sono il risultato della conoscenza di una persona di grande spessore, vera nelle intenzioni, trasparente nei sentimenti, salda ed impavida nei suoi valori. Un maestro di vita ed una persona sensibile che pone, sempre, la massima attenzione alla costruzione di rapporti basati sulla lealtà e sulla riconoscenza. Ammiro la sua bontà di cuore e la capacità che ha di donare incondizionatamente, facendo star bene, sempre, chi gli sta accanto. Sovente mi domando come faccia a vedere il bello ovunque ed in chiunque, ma, poi, penso che ognuno di noi vede quello che ha dentro di sé e mi accorgo che è, sicuramente, per questo che, Nino, riesce ed è sempre riuscito a legare al suo i cuori di tutti noi. Il coraggio di portare avanti, con coerenza e determinazione, i valori che fanno parte integrante della sua vita e la realizzazione del suo più grande sogno attraverso un costante, duro ed appassionato lavoro, lo rende un esempio per tutti noi ed un onore potergli stare accanto. Inoltre, la sua immensa cultura ed il suo sapere sono senza eguali. Leggere il suo libro “Gran balli dell’ottocento” (che è il risultato del suo meticoloso lavoro e delle sue minuziose ricerche) e le sue interviste, andare a ricercare e comprare alcuni dei testi che lo hanno ispirato (questi ultimi ancora da leggere), sono stati modi per conoscerlo meglio e per capire i sentimenti che albergano in lui e che sono e sono stati alla base del suo percorso, oltre ad essere stati un arricchimento culturale ed umano non indifferente. Il suo gioioso entusiasmo ed il suo carisma trascinante gli conferiscono quella carica necessaria a rendere i suoi eventi unici ed irripetibili. Un’altra caratteristica di Nino è la sua professionalità. L’aria che si respira a lezione, ai suoi corsi di approfondimento, agli stage insegnanti, ti fa toccare con mano il suo vero desiderio, quello di essere l’artefice di una divulgazione di cuore e di una condivisione non solo del suo sapere, ma, anche, delle sue emozioni più pure e profonde; ballare le sue coreografie è come ballare all’unisono con la sua anima condividendo in modo diretto e vero tutto il suo essere e tutte le sensazioni che la musica gli ha fatto provare. Le emozioni che riesce a farci vivere ai Gran Balli, gli eventi culturali sempre ad essi abbinati come mostre e spettacoli di Opera Lirica, i divertentissimi balli, i Palazzi che, senza di lui, non visiteremmo, sono il risultato dell’estrema cura e dell’attenzione che pone in ogni situazione e della sua instancabile ricerca del Bello, come sublime espressione di ogni forma artistica, volta ad arricchire il cuore e la mente di ognuno di noi. Una miscela ben calibrata di cuore, cultura, divertimento e solidarietà. E proprio sotto la bandiera della solidarietà che iniziò la mia prima partecipazione ad uno dei suoi eventi. Vi erano le riprese relative ad una puntata di “Portobello”, una serata a sorpresa per una persona con un quotidiano difficile; un tema ricorrente con Nino ed al quale egli dedica, anche, tutti i Gran Balli di Natale. Nobile intenzione che mi conquistò e che riuscì a trasformare la mia “paura di essere fuori luogo” in certezza di aver trovato, invece, la mia giusta collocazione. Mi aggiravo per le sale del Palazzo Brancaccio (il mio preferito!), tra l’altro senza abito, (infatti sono stata scambiata per una persona della Rai!), in preda ad un completo benessere. Come esprimere, quindi, la mia felicità quando partecipai al mio primo Gran Ballo, proprio in quel Palazzo. Quella serata fu foriera, anche, di un sodalizio, che dura tutt’oggi, con tre persone per le quali nutro un sentimento profondo di rispetto e di affetto vero; ci aggiravamo per quei saloni immensi che sembravano essere pronti ad accogliere le mille emozioni che sgorgavano dai nostri cuori, ci perdevamo nella sensazione onirica riprodotta da quei giganteschi specchi che riflettevano, in ogni dove, il nostro sincero divertimento e la sensazione di calda accoglienza che il camino posto all’entrata infondeva nell’aria, ci inebriò il cuore. La sensazione che ebbi quella sera mi lasciò nella convinzione che, qualsiasi evento organizzato in quel Palazzo, sarebbe stato, sempre, foriero di qualche cosa di magico ed irripetibile. Ed infatti, al Gran Ballo di Sissi, ricevetti un altro meraviglioso regalo. È noto che l’unione dei cuori, alla base dei nostri rapporti, ci permette di approfondire conoscenze che sono il preludio di amicizie profonde e sincere. Una magnifica persona, dolce e sensibile, vera e diretta, disposta sempre a fare del bene agli altri e sempre con il sorriso sulle labbra, un sentimento fraterno, puro, naturale e speciale, furono il connubio perfetto per trovare un autentico fratello di cuore che sento sempre vicino a me. La vita della CNDS scorre veloce. Come dimenticare il ricordo, l’emozione e l’onore che ebbi nel partecipare all’evento organizzato con Roberto Bolle alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano dove si respirava arte, cultura ed Amore per il Bello ad ogni angolo. E rimarrà sempre nel mio cuore il ricordo della dolcezza e della gioia che provai al Gran Ballo estivo di luglio. Il puro divertimento derivato dalla partecipazione alle riprese del programma “Stranger Europe”, invece, non riesco a descriverlo. Ma, la gioia nell’aver avuto la possibilità di essere la “divulgatrice del verbo” nei pic nic organizzati al Laghetto dell’Eur ed a Villa Lazzaroni, non ha eguali. E proprio al Laghetto dell’Eur conobbi una persona che merita tutto il mio rispetto. Un concentrato di energia, una gran donna ed una grande mamma che con la sua forza di carattere e la sua determinazione porta avanti una famiglia con i valori che sono alla base del nostro vivere. Anche il Gran Ballo di Carnevale, nel prestigioso Hotel a 5 stelle di Perugia, mi affascinò completamente. Una location magica ed un Nino che, ancora una volta, mi tolse il fiato. Un connubio di divertimento, sapori e cuore.

Tutto questo per me è stata, è e sarà sempre la CNDS, cioè la possibilità di essere una persona migliore e di poter dare il mio contributo, per portare avanti i nostri valori in questa “nostra famiglia” e nel mondo, percorrendo un cammino accanto a persone che sono un valore aggiunto ed, alcuni, anche amici autentici. Grazie Nino per essere quello che sei, per la bellezza che ci doni, sempre, e per aver avuto il coraggio di realizzare il tuo sogno, perché senza di te tutto questo non esisterebbe e la magia dei nostri sogni non si sarebbe potuta trasformare in realtà. Fiera ed onorata di poterti/vi stare accanto. Grata di esserci.

Enrico Urbani
Compagnia Nazionale di Danza Storica: cos’è per me? Non esiste una risposta semplice e immediata a questa domanda, che mi provoca po’ di confusione, per l’accavallarsi di sensazioni e di tanti ricordi, che non sono facili da riordinare ed esprimere. Una cosa è certa: ormai CNDS ha assunto un ruolo importante nella mia vita. Ho molti anni di appartenenza a questa Associazione, dalla quale ho avuto tanto e, come gli altri amici che vantano una lunga militanza, penso di aver dato anche tanto. In tutti questi anni, la CNDS ha subito una metamorfosi di “pelle” e di contenuti. Non parlo tanto di quello che può essere stato lo sviluppo del “progetto” del suo fondatore, quanto della metamorfosi del gruppo di Associati, che ha avuto una evoluzione e una crescita non solo numerica, ma soprattutto di capacità nel fare propri certi ideali. Non a tutti era chiaro, fin da principio, che questa non era solo una scuola di ballo, ma un progetto “diverso”, che non si conosceva, che non si immaginava potesse esistere.

Il nostro caro Nino, Ideatore, Fondatore, Presidente e soprattutto Amico, ha creato qualcosa di nuovo, apparentemente simile ad altre realtà, questo per chi non ci conosce, ma profondamente diverso. Anche io, come penso tutti allora, ho iniziato senza comprendere bene cosa fosse e cosa potesse diventare CNDS. I primi tempi c’era più “competizione” tra gli allievi, la tendenza a dividere, a giudicare chi era più bravo da chi lo era meno, chi era più dotato da chi lo era meno. Eravamo abituati così, questo era normale in tante scuole di ballo, che molti di noi avevano già conosciuto, e che finivano, inevitabilmente, con le gare di fine anno. Ballare era competizione, cercare di essere meglio degli altri. Ripensando ai primi Gran Balli, per quasi tutti, la cosa più importante era l’Apparire, poi, nel tempo, è diventato l’Essere. Così, i più “competitivi” hanno piano piano lasciato la Compagnia, non trovando soddisfatta questa loro esigenza. Ci sono quei momenti, sempre attesi, dove la condivisione è più sentita, come con il Valzer Spagnolo. Lo vedo come una Roulette di Dame, che ruotano vorticosamente, poi si fermano, la dama è sempre diversa: “Ciaoooo, come stai?”, “Non ti avevo ancora vista”, “Che bello rivederti!”, “Che bella serata!”…. Le Dame fuggono, riprendono a girare…., poi finisce la “giostra”: “Dove “ti” posso accompagnare? Già, non usiamo il “lei”….: siamo una Famiglia! Il concetto primario di Condivisione, di Condivisione soprattutto di valori apparentemente “demodé”, come la Gentilezza, il Rispetto reciproco, il Valore dello stare semplicemente insieme e divertirsi, ma anche il Piacere di poter essere di aiuto agli amici in difficolta per qualche coreografia, tutto questo, inizialmente, non era così facile da comprendere e apprezzare. Abituati nella vita quotidiana ad essere sempre un po’ diffidenti e prevenuti, aprirsi e “condividere” non è facile. Oggi la realtà di CNDS è molto diversa, come forse nemmeno Nino sperava, immaginava potesse diventare. Siamo tanti e viviamo momenti di gioia, sia quando stiamo a lezione, ma soprattutto quando nei Gran Balli ritroviamo tanti Amici, provenienti da ogni parte di Italia e anche dall’estero. Sono amicizie sincere, non ci sono secondi fini, secondi interessi, solo il piacere nel dare amorevole gentilezza e la gratitudine per riceverne altrettanta. Certo, non siamo tutti uguali, ognuno si esprime secondo la propria personalità, ma anche in questo, molte persone sono cambiate, alcune riuscendo anche a superare qualche loro limite, dovuto alla timidezza. Anch’io sono cambiato, grazie a CNDS. Mi rendo conto di come questa lunga esperienza, nel tempo, abbia influenzato in positivo anche il mio modo di interagire con le persone. Se è vero che l’aspetto della “condivisione” è primario, non va dimenticato l’aspetto, come amo definire, “terapeutico” di quello che facciamo. Se con la “Condivisione”, la bellezza delle musiche e dei giochi delle coreografie curiamo l’Anima, anche il fisico trae i suoi benefici. Soprattutto andando avanti con l’età, per molti di noi ci sono poche occasioni per fare del sano movimento. È vero che si potrebbe andare in palestra, ma il divertimento e la gioia dello stare insieme ti fa vincere la “pigrizia” e rende più leggera la fatica. CNDS non è però solo Condivisione Sociale, beneficio psico-fisico, ma anche Cultura con la “C” maiuscola. Infatti, la Cultura non esclude il divertimento. La Cultura che possiamo vivere attraverso la conoscenza della Storia della danza e gli importanti eventi storici ad essa collegati, degli Usi e Costumi del passato, e gustando le esibizioni artistiche, all’interno dei nostri Gran Balli. In questo periodo di quarantena per il Covid-19, mi è capitato di aprire il cassetto dove conservo tutti i “Carnet de Bal” e sono proprio tanti!!! Ho provato, come sto provando mentre scrivo, un po’ di tristezza per questo isolamento, pensando alle tante lezioni alle quali non abbiamo potuto partecipare, per i tanti Eventi di Ballo che sono stati cancellati. Però, sono anche così belli i ricordi di quei Gran Balli, la gioia di quei momenti, che ci danno conforto e speranza per il futuro. Dobbiamo solo aver pazienza, ma torneremo insieme più uniti e carichi di entusiasmo! Ringrazio tutti gli Amici di CNDS e soprattutto l’Amico Nino, per quanto si spende per noi.


Tatiana Chiarini - Vita
Ti vedo ogni giorno,
fra le pieghe dell’IO
che fa mille progetti,
inutili cose.
Felicità immensa,
ma senza gli oggetti,
senza i fardelli
di un’anima oppressa,
tu scorri da sempre
nelle mie vene,
ma è solo tacendo
che il core ti vede.

Alessia Comparetti - Ti racconto la mia CNDS
Un bel dì, sei anni fa,
navigando nella rete,
mi compare, guarda là,
ma chi sarà mai direte...
Ecco qui, Di Lauro Marco
Come un cavalier vestito,
ma non siamo mica al parco
ed è il Carneval finito!
"Ma che dici, amica cara,
io mi sento già rinato!
Faccio sì una cosa rara,
son Maestro diventato!
Ora insegno balli e danze
per assumer le sembianze
di gran dame e cavalieri,
quelli sì eran tempi veri!
Qui si balla l'Ottocento,
sì, vedrai, è un gran portento!
Vieni al corso pure tu,
non ti servirà un tutù,
scarpe basse e crinoline,
come belle bamboline,
ed i cavalier, che belli,
uniformi coi mantelli,
frack, cilindri ma coi guanti,
vieni, sì, saremo in tanti!"
E la storia cominciò,
come poi qui vi dirò.

Vado a Como, in riva al lago,
per un'ora o più di svago,
nuovi amici, brava gente,
tutto bello ed accogliente,
a imparare nuovi balli,
movimenti, salti e frulli,
dalle Alpi fino ai trulli,
non è mica l'AlliGalli!
Una nuova Lady nasce
di color Zaffiro veste,
nuovi abiti con fasce,
e partecipa alle feste!

Villa Olmo, sì, la prima,
una chicca un po' in rovina,
ma che magica atmosfera,
Ottocento giorno e sera...
Poi c'è Roma, l'imperiale,
anzi Risorgimentale,
Ville-Hotel, e poi palazzi,
bei dipinti, quadri, arazzi,
grandi sale, lampadari,
scalinate con gradini,
pavimenti vecchi e rari,
sedie, armadi e tavolini!
Vienna poi, la meraviglia,
per ballare una quadriglia,
la francese, o la lancieri,
sono sogni e desideri,
che diventano realtà
e ci dan felicità!
Ma a settembre, una sorpresa,
e ne vale ben l'attesa,
a Caserta noi andiamo,
nella Reggia lì balliamo,
siamo in tanti, un poco ansiosi,
con negli occhi le scintille,
per i luoghi strepitosi,
noi vogliamo far faville!
Ecco un ballo, poi un altro,
si conosce nuova gente,
non di Compagnia, fa niente,

bravi e belli poi peraltro,
gioia e divertimento,
tutti insieme un gran portento!

Io mi porto la mia storia,
con orgoglio e tanta gloria,
ma con me c'è l'umiltà,
di conoscer novità,
e la consapevolezza,
di chi il diverso apprezza...
perché questo è il mio pensiero,
molto schietto e poi sincero:
Danzar è condivisione,
uno scambio fra persone,
con rispetto, grazia e gioia,
non superbia, ma che noia!
Siam diversi e siamo uguali,
tante scuole ed ideali,
ma è comune la passione
qui lo affermo in convinzione!
Il confronto è una ricchezza,
una crescita per tutti,
ne raccoglieremo i frutti,
questa è vera certezza!

Grazie Marco, Grazie Nino
Grazie amici, grazie a tutti!
Or lo dico, senza retorica:
evviva la Danza Storica!

Valerio David - L'odore dell'amore
Passare mille lune
Senza di te
Rende il mio cuore triste
E vagabondo
Sotto il cielo incantato
Del mare
Non c' e' piu' il profumo
Di donna
Su quel vestito color verde
Che indossavi nel ballo di palazzo
Brancaccio
L'hai portato via assieme alla tua
Pelle da bambina
Ormai sei solo il profumo
Vuoto d'amore
Sulla battigia del mare
Ormai sei solo nostalgia
Di tramonti
Che mi avvolgono tra
Vetri di sale
Io e la mia dama
Adesso siamo solo due
Destini lontani

Provo a ricordare gli abbracci
D'amore
Il volteggiare nel grande salone
Della sala rossa
Di palazzi che la mia mente
Non riesce piu' a riconoscere
Passeggi nel mio cuore
Senza di me
Come un amante disperso

Nel mare
Ormai ho solo ricordi
Di te
Dei nostri abbracci
Di allacciarti quelle scarpette
Da ballo come cenerentola
Favole solo favole
Tra di loro
Ma la cnds non e' stata solo
Questo
Mi ha fatto conoscere te
E come un aquilone la mia
Mente si stringe forte a
Quei ricordi lontani
Non ho piu' parole d'amore
E come un bimbo senza fantasia
Vedo le onde del mare portare via
Le mie parole ed io
Suonando un 'armonica ti dedico
Una sinfonia d'amore
Facendo naufragare i nostri
Ricordi tra vecchi merletti
Abiti dell' ottocento e balli
Vissuti
Fermando per un attimo il ricordo
Tu sei andata via ma resti e resterai
Nel tuo abito color verde la mia principessa
Di ballo ma anche d'amore

Maria Cristina Di Tullio - Palingenesi
Quanta melodia in questa sterminata rada di mare e stelle!
La genesi compiuta
della rosa sbocciata
risuona nei campi dell’immenso.
I venti, da punto a punto, accendono nuove danze sul vorticare della terra. Guardo la margherita del sole risplendere allo zenit
della sua gioia quotidiana e
gli alberi innalzare sacri inni
dalla prodigiosa fissità
della loro linfa d’opale.
In questo arpeggiare di sensi e simboli, di strumentali atomi, risuonano miliardi di creature,
come infiniti sogni.
Che cos’è dunque e dove si racchiude l’enigma di tanta energia? Esplode un astro,
batte il pendolo di un orologio, ascolto ancora il ritmo del cuore
e infine, puro, m’inonda
un silenzio di luce.

Mario Lippolis - Sognare
Perdersi in un mondo diverso
Non avere confini
Non avere ostacoli
Ma solo sogni e poi……
Volare
Volare libero da vincoli
Volteggiare nello spazio
Leggero come piuma che danza
Nel lieve sospiro del vento
Andare via nel tempo e nello spazio
E poi …..
Sentire una dolce musica
Una musica che ti culla dolcemente
Una musica che ti fa
Volare Sognare E poi …..
Danzare
Un’estasi infinita
Senza ostacoli
Senza tempo
Volare Sognare e con la musica Danzare
In un intreccio di corpi
Di anime che si perdono
E si fondono
In un meraviglioso incantesimo
Di Fascino e Passione

Maria Teresa Magliozzi - A Francesca (Torresi)
Cuore di stella
che danzi, e nella notte splendi
vivi la tua favola
fanciulla nel tuo cuore.
Verdi passi leggeri
in candida crinolina
d'imparare ardi,
del Ballo sei tu
più fiera Regina.

Umberto Mori - La quiete tormentata
Cosi' eran le nove Muse, nell'antica Grecia.
Di elevata beltade avean il volto e
la pelle era diafano fior di rara specie.
Nel vortice tormentoso, percepisco ogni attimo
di tutti gli eterei riflessi, armoniosi pensieri
di oscure presenze.
Nella quiete, apparente, di orizzonti lontani,
nasce il delirante Suono, che nobilmente si pasce
di ogni mia fibra piu' intima e nel tormento assai
sommesso, io mi estinguo,
accompagnato dal Silenzio di prolungati Suoni.
Avvolti dal Mistero.

Donatella Pinardi - Candela d'Ambra
La luce fioca
illumini i nostri occhi
increduli ed avidi di sorrisi.
Il tenue calore
stemperi i nostri pensieri
ancora confusi,
ma sinceri.
Il dolce profumo
inebri i nostri desideri,
e,
nel diffuso chiarore,
le nostre ombre
si uniscano in un'unica forma
che ricordi l'amore.
L'esile fiamma,
dissolta anche l'ultima angoscia,
sopisca,
e nel buio profondo
danzino silenziosi,
uniti in un antico abbraccio,
i nostri timidi sogni.

Anna Maria Salsano - Valzer
Ampie leggere fluttuanti gonne
Dai tenui colori,nuvole
Che ondeggiano al ritmo
Di un brillante dolcissimo valzer.
La presa degli eleganti cavalieri
Trascina le dame
In una danza vertiginosa
Dove la femminile delicatezza
Sorretta da braccia esperte
Sembra preludio a un dono d’amore.
Si allontanano e si avvicinano i corpi
Lanciati in aeree figure,
Che roteando disegnano le note
Ora più lunghe ora più brevi.
Nell’immensa sala splendente di luci abbaglianti
Le coppie si scambiano sguardi d’intesa
E i cuori battono all’unisono
Travolti da una gioia senza confini
Che respira il cielo.
E’ qui la vita
Trasferita nella magia della musica
Dedico questi versi a te,
sconosciuto cavaliere dell’Ottocento
trasferito nel nostro tempo
ti ho visto e ti ho abbracciato un attimo,
trascinati in un giro vorticoso
delle nostre meravigliose danze
e da allora il mio cuore
ferito dal tuo fascino
è magicamente sospeso
nell’attesa di un nuovo incontro

Maria Laura Solimena - La danza per me
La danza per me...

È muovere il corpo in armonia
con me stessa
e con gli altri

È musica che vibra
e respira intorno a me
e dentro di me

È andare incontro col sorriso
agli altri e a me stessa
a un desiderio antico e vivo

È sentirmi bella
come non lo sono mai stata
e vedere la bellezza brillare
negli abiti e negli occhi dei compagni

È tornare portando con me
l'armonia e la musica
i sorrisi e la bellezza...
Fino alla prossima danza...

Alessandra Torresi - Un due tre
Un due tre
Inizia il valzer ed al ritmo costante si uniscono due cuori in festa
Un incrocio di sguardi sfuggevoli, gote rosse e accaldate, per una danza che scalda il cuore
Un due tre
Un altro giro, il cavaliere cinge la vita della dama, cambia il ritmo, scoppia l'allegria in una polka, trasgressiva
Il carnet di ballo è pieno, i cavalieri reclamano la dama, sfoggio di eleganza e stile...ma in un ballo romantico c'è posto per un solo cuore.

Francesca Torresi - Incontri
Dolcissimi gli incontri nelle serate dorate, dove cuori gentili vivono favole incantate.
Anime nobili, impavide, s’incrociano e, leggere come petali, sulla vita si posano.
Occhi sognanti e sguardi fugaci sono i fedeli compagni di attimi cercati e, come cascate
cristalline, i ricordi del passato fanno schiudere il cuore in un sorriso ritrovato.
Al pari del mare che diffonde la sua essenza, le nostre emozioni si sprigionano con
giocosa presenza.
Così i nostri corpi, come onde eleganti, si alzano in punta di piedi danzando aitanti.
Ora, il nostro presente unito al prezioso passato ha il dolce sapore di un frutto delicato,
con crinoline, pizzi, frac e merletti che fan da sfondo ai nostri sogni più schietti.
Sempre così voglio danzare, mio diletto, con il cuore che balza nel petto e sulle note di
melodie incantate condividere sensazioni, finalmente, ritrovate.
Ancora insieme danziamo, mio cavaliere, affinché la serata abbia il dolce sapore del miele.
Accendiamo le luci sui nostri sogni, inizia la danza dei passati giorni!
Accendiamo le luci, spalanchiamo i portoni, apriamo le danze con le nostre emozioni!

Rita Vaccarino - Incontro
Ti ho visto
e subito mi ha colpito
il tuo viso cosi' dolce
i tuoi occhi limpidi
come le acque di un lago
dove si puo'
navigare e perdersi.
ti ho visto
e ti ho subito amato
ho visto l'amore che porti in te
i nostri occhi
si sono incontrati
ricordi di un'altra vita in cui
ci siamo amati
I ricordi tornano
fra la nebbia
l'anima non può tacere

Eccoti sei qui!

ancora mille volte
potessi scegliere d' incontrarti
potessi desiderare d' amarti
così come t' amo adesso
mille volte lo farei,
ragione di vita
di questi giorni miei.

Milena Valignani - Suavitas
E….ti rincontrerò, bello, come ti lasciai.
Seduzione fatta uomo, charme incontenibile
Che, come una cascata , ti travolge….e
Ti lascia bagnata di piacere

Paola Viola - L'Infinito
L'abito ricamato, rose colorate,
Sul tuo corpo cade a festa,
Perfetto senza tempo.
Il volto illuminato dal sorriso, incanta,
E il vento ti riporta bel passato.
L'ingresso nel palazzo ottocentesco
È fiabesco.
Il gioco di luci, lascia una scia
Di mille colori.
Le dolci note ti avvolgono,
Chiudo gli occhi
Gli ostacoli svaniscono;
Le ansie volano in alto;
Le paure sfumano,
Tutto diventa leggero.
Ma il ricordo fa eco nella mente.
Un Virus ferma il mondo,
Distrugge i cuori
Annebbia gli occhi.
Il buio.
Cosi, il sentimento del dolore
Si unisce al sentimento di fratellanza.
Un valore inestimabile.
Il suono del silenzio
Ha pesato sulla vita
Per l' incomunicabilità.
Una comunicazione interrotta,
Frantumata.
Si sente solo il suono
Di una chitarra su Roma,
A piazza Navona.
Un grido si eleva per la libertà.
Ma ecco l' immenso,
Circonda il palazzo dai mille colori.
Le danze iniziano,
Tutto si dissolve,
Riprende lo spettacolo.
La vita risorge dopo l'oscurità.
Comprendo il senso della vita
Preziosa e infinita..



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